Che differenza c’è tra uno scrittore ed un intellettuale?
Mai, come in quest’epoca, andrebbe fatta una distinzione netta tra scrittore e intellettuale. Oggi, al di là delle dovute eccezioni, lo scrittore è una persona che in qualche modo riesce a coronare il proprio sogno di vedersi pubblicato, è colui che si dedica alla scrittura con intenti letterari ed artistici, è chi scrive per professione, un professionista che usa il suo talento per esprimere idee e immagini. L’intellettuale è chi sa interpretare i risvolti culturali e sociali dell’epoca in cui vive, è colui che, con il suo pensiero indocile, anzi spesso sovversivo, ha reso possibile il cambiamento e l’innovazione, ha contribuito a mettere in crisi i valori fondanti dei dogmi, delle credenze, dei costrutti ideologici nelle società e culture di appartenenza: è la coscienza critica della società.
“L’intellettuale è chi dice sì quando tutti dicono di no. E viceversa. Lo scrittore invece non dice mai sì o no: dice sì e no” (Javier Cercas)
L’intellettuale deve prendere posizione, stare da una parte e non dall’altra . Lo scrittore non giudica, mentre è sul giudizio rigoroso che si fonda l’impegno civile dell’intellettuale.
Pier Paolo Pasolini e Roberto Saviano sono due personalità che, attraverso strade in parte diverse, percepiscono il privilegio di essere degli intellettuali e con esso la libertà e la responsabilità di scegliere da che parte stare e farsi portavoce della “verità”.
Attraverso un percorso tra le loro opere più importanti e significative nell’incontro di martedì 3 dicembre cercheremo di delineare le loro figure, il loro essere intellettuali e cercheremo di capire se il ruolo dell’intellettuale ha ancora uno spazio e un senso nella contemporanea società dei media.
Panelli Paola
Docente